Kaspar ludwig
i always do shadows to deform my shape


Siamo felici di annunciare la prima mostra personale di Kaspar Ludwig (Norimberga, 1989) in Ticino. Cresciuto nella Svizzera italiana in una famiglia legata al mondo del teatro, la sua formazione si svolge su due binari, da una parte il percorso accademico, conclusosi a Basilea, dall’altra lo sviluppo di un know-how tramite l’apprendistato presso alcuni studi d’arte dediti alla lavorazione del materiale lapideo.
Privilegiando il medium della scultura e dell’installazione, l’artista restituisce una visione sorprendente e alterata del proprio quotidiano, talvolta in maniera ludica. È il caso di Objects filled with empty Gods (2018), una serie di vasi in terracotta dalle forme più svariate, i cui manici sono sostituiti da orecchie. Già nel titolo è evidente un’idea di animismo, o élan vital, termine coniato da Henry Bergson nel 1907, che sottende al potere unico dell’arte di accendere la scintilla vitale negli oggetti. Ma non sono solo dei vasi a essere animati, il soffio di Ludwig può essere inteso, oltre a un senso figurato, anche a quello letterale, come nell’opera Why should I buy pillows when All I want Is to sleep (2019), cuscini di metallo plasmati dalla forza dell’aria, normalmente utilizzati nelle cave di marmo per romperne i blocchi.
Questo soffio vitale - nella sua duplice accezione - si applica infine anche in Pellaria (2017-2020), una sequenza di autoritratti realizzati in diversi materiali posti in una teca, rievocante maschere funerarie, elementi di culture lontane e arcaiche atti a restituire l’immagine vivente dell’effigiato.
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Kaspar Ludwig (Norimberga, 1989) ha ottenuto il bachelor presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara e il master presso l’Hochschule für Gestaltung und Kunst di Basilea.
Nel 2019 ha vinto il premio Helvetia Art Prize e quest’anno è finalista degli Swiss Art Awards.Fra le mostre citiamo: The Sunrise Sings, Tarmak22, Gstaad, 2020; Far from comfortable, Helvetia Art Prize, Liste, Basilea, 2019 (personale); Dogs only fly in 3rd class, Nicolas Krupp, Basilea, 2019 (personale); Insonne, Sonnenstube, Lugano, 2019; Solidi Platoonici, la rada, Locarno, 2017.

VERA TRACHSEL
REMEMBER HARD THINK SOFTLY

Il lavoro di Vera Trachsel si dipana in continue sperimentazioni, mediante l’uso di differenti materiali.
Questi esperimenti possiedono un carattere essenzialmente ludico, nonostante l’empiria sottesa alla ricerca di nuove possibilità formali da parte dell’artista.
Raccogliendo l'eredità sintattica di diversi esponenti dell’arte post-minimalista, in particolare del gruppo Anti-form, che sceglie di focalizzarsi sulle proprietà intrinseche del materiale nella genesi dell’opera, Trachsel porta agli estremi la questione dell’accadimento, liberando la potenzialità sottesa di ciascun elemento coinvolto nel processo creativo.
Il vocabolario di forme e colori costituisce una sorta di collezione di infiniti gesti e combinazioni possibili, in grado di trascendere il medium utilizzato, aspetti particolarmente evidenti nei nuovi lavori in marmo, qui esposti per la prima volta, dove il mezzo per eccellenza della statuaria classica, viene tagliato, piegato, incastrato, accostato, colorato, alla stregua di gommapiuma, carta e cartone, supporti costitutivi della produzione dell’artista a oggi.
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Vera Trachsel (Berna, 1988) si è formata presso la Hochschule der Künste Bern; nel 2018 ha vinto il Premio Manor Ticino.
Fra le mostre ricordiamo: Handle With Care!, Casa Serodine, Ascona, 2020; Satellit, Thun, 2020 (personale); Rosebud, Milieu, Berna, 2018; Semptap, Premio Manor Ticino, Museo d’arte della Svizzera italiana, 2018 (personale); Il Peso Delle Cose, Sonnenstube, Lugano, 2017.