La galleria Daniele Agostini è lieta di annunciare l'inaugurazione della mostra collettiva Bellum Mundi.
L'esposizione vuole analizzare, attraverso le ricerche di nove artisti differenti, il modo in cui le guerre, in tutte le loro forme - da quelle di religione fino a quelle di quartiere -, riescono a modificare la percezione estetica che abbiamo di determinate immagini.
Che la guerra sia strettamente legata all’arte non è cosa nuova; fin dalle origini della civiltà, infatti, le armi e le battaglie sono al centro della rappresentazione umana e testimonianza del passaggio di interi popoli.
I lavori esposti, fra cui sculture, fotografie, disegni e installazioni, sono legati da un comun denominatore, scaturito da un processo di sublimazione dell'elemento bellico che sottolinea un’assuefazione all’inquietudine, paradigma del nostro presente.

GLI ARTISTI IN MOSTRA

PATRIK ALVAREZ
Patrik Alvarez (Lugano, 1982) ha studiato al Centro Scolastico per le Industrie Artistiche (CSIA) e all'Accademia di Belle Arti di Brera.
Nei suoi collage, l'artista guarda alla storia dell’arte della pittura, interpretando, con questo particolare medium, rappresentazioni di capolavori iconici. Attraverso l’astrazione dell’opera “originale”, indirizza lo sguardo di chi osserva ai contrasti o alle caratteristiche dell’opera originale.
Ogni collage è accompagnato da una carta-campione industriale. In questa combinazione l’artista ci vuole rendere attenti sul come un’attuale canone dell’estetica del colore, possa effettivamente influenzare la percezione dell’opera d’arte.
Fra le mostre ricordiamo: Zona Belli, Spazio La Rada, Locarno, 2017 (collettiva): Art Gallery 106, Basilea, 2016 (personale); Regionale 16, Visual Politics, Kunsthalle Palazzo, Liestal, 2015 (collettiva);The sky is falling, Kernzone, Binningen, 2013 (personale).

KATIA BASSANINI
Katia Bassanini (Lugano, 1969-2010) ha frequentato il Centro scolastico per le industrie artistiche Lugano (CSIA), all' Ecole du décor de théâtre di Ginevra e all' Ecole supérieure d'art visuel (ESAV) di Ginevra.
Nella sua ricerca, Bassanini mette in scena il dramma della condizione umana, affrontanto con l'ausilio di diversi medium: dal disegno alla pittura, dal video all'installazione.
Fra le mostre personali citiamo: Des piles et des pièges, Mitterrand Gallery, Ginevra, Svizzera (2006); Wrecks, Momenta Art, Brooklyn NY, U.S.A (2005); Crossing, Kunsthaus PasquArt, Biel/Bienne (2002); More, More, CACTicino Centro d’Arte Contemporanea, Bellinzona (2001).
Casual Friday n°3 (2003) è una sublimazione del fenomeno kamikaze mediante cinture esplosive nascoste all'interno di vestiti quotidiani. Un dramma contemporaneo celato in una giacca elegante foderata da un tessuto leopardato abbinato a candelotti scintillanti.

LAURA BOTT
Laura Bott (1979, Santa Maria, Val Müstair, Svizzera), vive e lavora ad Ardez, Bassa Engadina, Svizzera.
Ha studiato pittura e grafica alla Kunstuniversität di Linz, Austria (2000-2005) e scultura all'Akademie der bildenden Künste di Vienna, Austria (2002-2007).
Fra le sue esposizioni personali figurano: Laura Bott, Scuntrada, Ftan, Svizzera (2015); Laura Bott, Galerie Curtins, St. Moritz, Svizzera (2014); Laura Bott, Galerie Curtins, St. Moritz, Svizzera (2010).
Fra le mostre collettive ricordiamo: Not Vital e Laura Bott, Chasa Jaura Museum, Val Müstair, Svizzera (2015); Fading out, Nairs, Scuol, Svizzera (2010); Coffe and drina, VBKÖ, Vienna, Austria (2007).
Nel 2006, Laura Bott si è recata a Sarajevo, documentando, attraverso la fotografia, il conflitto balcanico. Sono scaturite immagini rarefatte dove la realtà lascia posto all'astrazione ricorrente nelle opere dell'artista.

NOTTA CAFLISCH
Nata a Coira nel 1979, la sua ricerca è focalizzata su tematiche sociali attuali quali la guerra, i fenomeni migratori, le disparità.
Fra le mostre citiamo: Galerie Löwen, Coira (personale); Kunstwege Pontresina, 2017; Jahresausstellung «Archiv 80 Jahre Bündner Kunst» Bündner Kunstmuseum Chur, Coira, 2016; Doppelpass, Galerie Luciano Fasciati, Coira, 2015.
SURRENDER Full Bloom è una piccola edizione che contempla cinque chiodi anticarro utilizzati per bucare le gomme dei veicoli. Ricoperti di velluto rosa, si trasformano in petali di fiori di ciliegio, rievocando le Primavere arabe.
STOCK Banana, invece, è una banana dorata, un invito a riflettere sul tema delle cosiddette Repubbliche delle Banane e ai monopoli in esse vigenti.
SURRENDER T.I.N.A. è un'opera composta da quattro passamontagna recanti impresse le fattezze di visi anonimi, un lavoro che sottolinea il potere disumanizzante di queste maschere che nascondono il volto di quello che ormai è l'altro.

EMBROIDERERS OF ACTUALITY
Il progetto Ricamatrici della Realtà è una collaborazione fra l’artista marocchino Abdelaziz Zerrou (Casablanca, 1982) e l’artista svizzera Aglaia Haritz (Bellinzona, 1978).
Il progetto, iniziato nel 2013, è itinerante e si basa sullo scambio fra diverse donne provenienti da alcune città del sud del Mediterraneo (Beirut, Il Cairo, Casablanca, Marrakech e Rabat) e il duo di artisti. Il duo ha esposto in diverse collettive in tutto il mondo.
Piece of Sky Over Syria è un tessuto dove sono state stampate diverse immagini rappresentanti edifici siriani distrutti, su cui alcune donne rifugiate siriane residenti in un campo profughi di Beirut hanno ricamato il cielo.

AGLAIA HARITZ
Aglaia Haritz (Bellinzona, 1978) si è diplomata in arti plastiche alla Scuola Nazionale Superiore d'Arte di Limoges. Ha partecipato a numerose residenze d'arte in Europa e nei paesi del Sud del Mediterraneo.
Fra le esposizioni ricordiamo: Aglaia Hartiz, Galleria Daniele Agostini, Lugano, 2017 (personale); Kunstzene Tessin, Kunst(Zeug)Haus, Rapperswil-Jona, 2017; Du fil dans les idées, a cura di Karine Tissot, Centro d’arte contemporanea Yverdon-les-Bains, Théâtre de la Tournelle, Orbe, 2015; Enigma della modernità, a cura di Guido Magnaguagno, Museo Bärengasse, Zurigo, 2013; Cosa c’è di nuovo?, a cura di Elio Schenini, Museo Cantonale d’Arte, Lugano, 2010; Galleria Wegert&Sadocco, Winkel (Olanda), 2009 (personale).
Armi di pizzo (2016), entro plexiglas, sono realizzate con merletto antico. L'aspetto evanescente creato, spoglia l'arma dal contesto bellico proiettandolo in una realtà domestica.

BENEDETTA MORI UBALDINI
Benedetta Mori Ubaldini (Kobe, 1966) si trasferisce nel 1991 a Londra per approfondire gli studi. Dal 2005 vive e lavora a Milano.
Fra le mostre citiamo: Metamorfosi, Museo d'arte di Mendrisio, 2017; W.Women in Italian Design a cura di Silvana Annicchiarico, XXI Esposizione internazionale, Triennale Design Museum, Milano, 2016; Italian Design beyond the crises, Triennale Design Museum, Milano, 2014.                                                                     
L'installazione di Benedetta Mori Ubaldini consta di un accumulo di pistole e cuori realizzati con rete metallica verniciata; la pistola simboleggia la guerra, mentre il cuore l'innocenza perduta.

MARGHERITA TUREWICZ-LAFRANCHI
Margherita Turewicz Lafranchi (Stettino, 1961) vive e lavora a Bellinzona. Si è diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Varsavia (1980-1985). Le sue opere sono presenti nelle collezioni di vari musei in Svizzera, Polonia e Germania.
Fra le sue mostre si annoverano: Margherita Turewicz Lafranchi. Effimero, Galleria Daniele Agostini, Lugano, 2017 (personale); Traps, Propaganda, Varsavia, 2016 (personale); Distracted audiences, Art Stations, Poznań, 2016; Truth Beauty Goodness. From the Zachęta Collection, Zachęta National Gallery of Art, Varsavia, 2016; Tesori a Lugano - Consonanze, Museo d'Arte, Lugano, 2011; Adonis Garden, Museo Cantonale d'Arte, Lugano, 2007 (personale); Biwak, Trinitatiskirche, Colonia, 2005 (personale); Centro d'Arte Contemporanea, Varsavia, 1992 (personale).
L'opera Distinzione (2005), realizzata con cavi telefonici, è una mostrina militare ingrandita, dissacrazione dell'ostentazione del potere e delle gerarchie militari.

ABDELAZIZ ZERROU
Abdelaziz Zerrou (Casablanca, 1982) si è diplomato all'Institute National Des Beaux Arts di Tétouan. Artista multidisciplinare, vive a lavora in Svizzera e Marocco.
Fra le sue mostre citiamo: Abdelaziz Zerrou, Comptoir des Mines Galerie, Marrakech, 2017 (personale); Ricamatrici della Realtà, Spazio 1929, Lugano, 2016; La sovversione del sensibile, Fabbrica del Vapore, Milano, 2014; Sphères, Galleria Continua, Le Moulin, 2012.
Le opere chien soldat (2017) e Une Vie (2017) sono parte della ricerca dell'artista, dove trovano spazio i luoghi della storia marocchina e quella dell’Islam, indagini su abitudini culturali e sul retaggio del colonialismo francese di cui l’ambiente artistico del Nord Africa risente ancora oggi in modo particolare.